QUANDO LA DIGNITA’ VALE PIU’ DI UNA PARTITA DI CALCIO…VICINI ALLA FAMIGLIA ALDROVANDI E ALLA CURVA OVEST FERRARA

Ieri allo stadio Olimpico di Roma in occasione della partita tra Roma e Spal è andato in scena l’ennesimo abuso di potere da parte di chi si colloca al di sopra della legge e gestisce l’ordine pubblico. Ancora una volta, come accaduto in altre occasioni, ai ragazzi della Curva Ovest è stato vietato l’ingresso della bandiera e del materiale raffigurante il volto di Federico Aldrovandi. Ma questa volta i “tutori” dell’ordine pubblico sono andati oltre, vietando anche l’ingresso delle t-shirt riportanti le diciture Otto Settembre e Curva Ovest, costringendo di fatto  i ragazzi a non entrare nel settore ospiti e a ripartire per Ferrara.
Sorge spontanea una domanda, quale  problema di ordine pubblico può mai creare una bandiera raffigurante il volto di un ragazzo di 18 anni pestato, immobilizzato, manganellato, soffocato e ucciso da quattro poliziotti. Quattro agenti di polizia, é bene ricordare,condannati dopo continui tentativi di depistaggio e bugie, a 3 anni e mezzo per omicidio colposo in tre diversi gradi di giudizio (anche se beneficiando di 3 anni di indulto hanno “scontato” solo qualche mese ai domiciliari per poi tornare in servizio). 
Questo divieto imposto agli Ultras della Spal è l’ennesimo atto di prepotenza e arroganza ed ha solo il significato dell’ennesima ammissione di colpevolezza.
Il ricordo di Federico dovrà servire da monito affinché non accada più che una persona venga uccisa senza motivo da coloro i quali indossano una divisa e rappresentano lo Stato.
Al padre Lino, alla mamma Patrizia e alla Curva Ovest Ferrara va tutta la nostra vicinanza

21 Ottobre 2018

Red Blue Eagles 1978