Lo sguardo di Paolo è perso nel vuoto di quella vita che gli è stata strappata il 24 settembre 2005.
Poche ore prima che a Ferrara venisse massacrato e ucciso Federico Aldrovandi, nella stazione di Verona una carica impazzita di poliziotti lasciava a terra oltre trenta persone, e in coma un ragazzo di 28 anni, Paolo Scaroni. Un ultras del Brescia, in trasferta per vedere la partita. Ora Paolo è invalido al 100%, dopo due mesi di coma e infiniti e massacranti esercizi quotidiani, in palestra e in piscina. Fatica a deambulare, perché non controlla una gamba, della mano destra usa solo tre dita, non riesce ad articolare il linguaggio. Il suo sguardo è perso nella sua amata montagna, quella che un tempo scalava e che adesso simboleggia la vita stessa. Aspra e faticosa, dove ogni passo è un affanno. Nessuno ha pagato per quella macelleria, perché il processo di primo grado si è chiuso a Verona il 18 gennaio 2013 con otto agenti assolti per non aver commesso il fatto, ma con una riconosciuta responsabilità oggettiva delle forze dell’ordine. Oggi la storia di Paolo è raccontata in un bellissimo documentario, ‘A volto scoperto’, firmato dal regista Francesco Corona e prodotto da Gaetano Di Vaio col patrocinio di Amnesty International, Articolo 21 e della Fondazione Federico Aldrovandi di Silvia D’Onghia
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Sabato 12 Luglio 2014
[Fonte: Il Fatto Quotidiano]
Sezione: dal mondo Ultras