Nei guai un tifoso aquilotto che indossava una tshirt con la scritta “diffidati 1312” e due amici che erano rimasti con lui all’esterno dello stadio “Piola”. Lombardi: “Provvedimenti assurdi, faremo ricorso”.
Non è iniziato bene il 2016 di tre fedelissimi tifosi dello Spezia ai quali nei giorni scorsi è stato notificato un provvedimento di daspo da 2 a 3 anni relativo alla partita di Novara disputatasi allo stadio “Piola” l’11 novembre scorso. I fatti si erano svolti prima del fischio d’inizio nella fase di pre filtraggio nel piazzale antistante lo stadio dove un 34enne era stato fermato perché “indossava una maglia gravemente offensiva per tutte di forze di Polizia, maglia che toglieva solo dopo venticinque minuti dall’inizio dell’incontro”.
Al ragazzo era stato infatti chiesto di togliere la t-shirt con la scritta “Diffidati 1.3.1.2.” per poter accedere al tornello ed entrare ma questo, ritenendo di non arrecare danno a nessuno aveva risposto negativamente spiegando la propria posizione e rifiutandosi di cambiarsi. Con lui erano rimasti anche altri ultras aquilotti, fra i quali un 31enne ed un 36enne che avevano deciso di non entrare fino a quando non lo avrebbe fatto anche l’amico, munito come loro di tessera del tifoso e regolare biglietto.
Un dialogo protrattosi per circa 25 minuti dopo l’inizio del match mentre la maggior parte del gruppo bianconero era già dentro allo stadio. Solo dopo circa 20 minuti alcuni sostenitori avevano lasciato i gradoni spostandosi nello spazio interno fra la curva ed i tornelli per seguire l’evolversi della situazione che poco dopo si era risolta con un rapido cambio di maglia del ragazzo fermato inizialmente e l’ingresso autonomo, senza alcun episodio di violenza o forzature da parte dei tre, in un clima rimasto tale anche dopo i novanta minuti poi vinti dalla squadra iniziale.
Olttre alla delusione del momento per la sconfitta dunque i tre hanno però dovuto aggiungere i pesanti provvedimenti indirizzati loro dalla Questura piemontese e le gravi accuse in essa contenute visto che a vario titolo sono ritenuti responsabili di “oltraggio a corpo politico, amministrativo o giudiziario”, “istigazione a delinquere” e “istigazione a disobbedire alle leggi”, ipotesi di reati accompagnate dal divieto di accedere alla manifestazioni sportive da 2 a 3 anni per diverse motivazioni.
Al 31enne è stato infatti contestato di “aver dichiarato al Dirigente del servizio di ordine pubblico che se non avesse consentito l’ingresso al tifoso avrebbe ordinato l’uscita di tutti gli altri della propria squadra non riuscendo nel suo intento solo perché, al suo invito aderiva uno sparuto gruppo di tifosi che venivano agevolmente contenuti dal personale di servizio quali “steward”. Nella circostanza restava anch’egli fuori dallo stadio essendo suo desiderio esplicito mostrare totale “solidarietà” alla persona di cui sopra”. “Totale solidarietà” contestata anche al 36enne accusato anche per aver “intimato ad altro tifoso di non dare alcun documento alle Forze di Polizia nonostante questo si fosse offerto spontaneamente di consegnare i documenti ai fini della sua identificazione”. Condotta che anche nel suo caso “avrebbe potuto creare gravissimi problemi per l’ordine e la sicurezza pubblica e che la stessa condotta ha avuto termine solo grazie al deciso atteggiamento degli operatori in servizio di ordine pubblico e non per volontà degli autori stessi”.
E’ stata invece la sola scritta con i quattro numeri “a simboleggiare l’acronimo ACAB, come noto gravemente offensivo per le forze Forze di Polizia” (ma anche nome di una band musicale) a mettere nei guai il possessore della maglietta, “il cui comportamento, unito alle circostanze di tempo e di luogo nelle quale lo stesso è stato posto in essere” ha spinto l’Autorità a procedere con il daspo. Inoltre “i fatti, avvenuti in tempo molto recente sono suscettibili di plurima reiterazione, giacché le motivazioni del gesto parrebbero da ricercarsi non già in uno specifico episodio ma nella volontà di offendere le forze di Polizia in qualunque luogo ed in qualunque modo, soprattutto in occasione di incontri di calcio, per mero convincimento che procurare tali offese sia giustificato dall’idea di contrapporsi all’Autorità di Polizia e che quindi, ove tali comportamenti non cessino immediatamente, potrebbero ingenerarsi seri pericoli per l’Ordine e la sicurezza pubblica”.
“Le contestazioni sono gravissime ma infondate quindi faremo sicuramente ricorso al Tar del Piemonte per smontare tutte le accuse che hanno portato all’emanazione dei Daspo – commenta in proposito l’avvocato Massimo Lombardi incaricato dai tre della loro difesa con il collega Giovanni Adami del foro di Udine – si tratta di provvedimenti che riteniamo assurdi perché basati di fatto sulla scritta contenuta su una maglietta e sulla successiva solidarietà espressa nei confronti di chi la indossava. Maglietta – prosegue – che il nostro assistito si è poi tolto prima di entrare all’interno del settore ospiti senza causare alcun problema”.
Mercoledi 13 Gennaio 2016
Fonte. [Citta’ della Spezia]
Sezione: Dal mondo ultras