Anche se di qualche giorno fa questo pezzo merita di essere riportato per mettere alla luce ciò che veramente funziona nel famigerato modello inglese ma che ovviamente non viene mai messo in risalto dai ciechi organi d’informazione nazionale
A Natale sono tutti più buoni, o almeno così si dice. Il Brentford FC ha messo in pratica questo detto alla vigilia della gara casalinga contro lo Stevenage (poi rimandata causa campo allegato). Non è la prima volta che si sente parlare di iniziative del genere ma di solito sono società non professionistiche a proporle. L’FCUM aveva lanciato abbonamenti “pay what you can” l’anno scorso ma non si era mai verificato nelle quattro categorie di vertice. La squadra del sud ovest di Londra invece ha chiesto ai propri tifosi di riempire gli spalti del Griffin Park per dare un’ulteriore spinta alla squadra che quest’anno, sotto la guida di Uwe Rosler, cerca di salire in Championship. Visto il periodo festivo, e le spese di fine anno che le famiglie devono sostenere, il club ha deciso di andare incontro ai propri fans piuttosto che rischiare spazi vuoti imbarazzanti. I biglietti sono stati messi in vendita per un prezzo minimo di una sterlina e per tutti coloro che decidevano di pagarli più di cinque, la metà della somma sarebbe andata in beneficenza. I tagliandi rimasti sarebbero stati messi in vendita ai soliti prezzi ai botteghini, sabato mattina erano appena 500. Viene da chiedersi perchè iniziative del genere non attecchiscano in paesi come l’Italia in cui i seggiolini di plastica ormai la fanno da padrone sullo sfondo di quasi ogni telecamera. Non solo in Serie B o più giù ma anche in A. Lo so che l’incasso ai botteghini ora è quasi disprezzato, visti gli introiti derivanti dai diritti tv, ma parte dell’importanza e del fascino di ogni spettacolo calcistico è la sua cornice. Senza quella, perde di valore anche tutto il resto. Complimenti quindi al Brentford. Altri auguri speciali mi sento di farli ai Wycombe Wanderers. Anche se nessuno ne parla sono tornati ad essere un club amministrato e gestito dai tifosi e dopo un inizio difficile sembrano aver trovato il passo sotto la guida del player-manager Gareth Ainsworth, ancora sulla cresta nonostante i suoi 39 anni. E tanti auguri a tutte le squadre in cui chi fa parte di quella cornice che tanti vorrebbero escludere ha di fatto dato un futuro al proprio club. Penso al Wrexham, ovviamente al Wimbledon, all’Exeter, al Chester e a tutti i sostenitori del Portsmouth che a metà gennaio sapranno cosa succederà alla loro proposta di rilevamento del club. In generale faccio i miei migliori auguri a tutti i tifosi con il calcio nel cuore, a chi lo vuole migliore, a chi non pensa che tre punti siano l’inizio e la fine di tutto. A chi va ancora in trasferta, a chi viaggia e prende freddo per guardare partite di cui non parlerà mai nessuno. A chi crede nelle rivalità sane e ad al campanilismo, che nell’era della globalizzazione vogliono far passare come peccato mortale. Auguri a quelli che sempre più delusi dal calcio moderno si rifugiano nei ricordi. A chi arriva presto per farsi qualche birra prima e non lascia il posto in anticipo per battere il traffico. A chi beve Bovril per scaldarsi, a chi preferisce sempre lo standing piuttosto che stare seduto. A chi non usa ombrelli, a chi canta, ride e pensa che andare ad una partita è ancora la cosa migliore che si possa fare insieme agli amici durante il weekend. Auguri a tutti quelli che hanno pensato che se i Maya avessero avuto ragione, il posto ideale dove aspettare il famoso asteroide sarebbe stato l’interno di uno stadio. Qualunque. Ovunque.
Giovedi 3 Gennaio 2013
[Fonte: sportpeople]
Sezione: Dal mondo Ultras