Ennesimo episodio di repressione e sopruso avvenuto a Teramo da parte della questura locale…
Sabato scorso, mentre in città come in tutto il paese, ci si preparava alla “sagra elettorale”, noi avevamo deciso di esprimere il nostro dissenso, attraverso uno striscione, nei confronti di chi questo paese l’ha “governato” ed ha trovato unità d’intenti nelle stanze del potere, senza distinzione di schieramenti, nel reprimere il nostro movimento, cavalcando l’onda emotiva dell’opinione pubblica, giustificando l’introduzione di provvedimenti assurdi ed incostituzionali con il solito ritornello della violenza negli stadi, dimostrando, nella realtà dei fatti, che l’unico loro interesse era costituito dallo zittire il nostro scomodo pensiero. Quest’ultimo accadimento non fa altro che confermare tutto ciò: così come in altre piazze, nelle strade o sugli spalti, alcune tifoserie avevano deciso di percorrere tale strada esprimendo un pensiero comune contro lo schifo che il nostro mondo ha dovuto subire in questi anni, fatto di leggi speciali e repressione, riassumibile nella frase, esposta in vari modi, TU MI TESSERI IO NON TI VOTO, anche noi, ovviamente, pur rimanendo in tema, avevamo pensato a qualcosa di diverso per rendere pubblica la nostra posizione al riguardo. Mentre stavamo confezionando il nostro striscione in un capannone adibito a rimessa, dove spesso ci rechiamo e dove nessuno ci ha mai creato problemi (anche perché terminato il nostro lavoro abbiamo sempre lasciato tutto come avevamo trovato), irrompono all’interno dello stesso due pattuglie di polizia che da subito si comportano come se avessero pizzicato chissà quali banditi dediti a compiere chissà quali crimini, nonostante il nostro atteggiamento fosse rimasto dei più tranquilli, dal momento che era palese cosa stavamo facendo. Perquisiti sul posto e sequestrato arbitrariamente lo striscione, veniamo trasferiti a sirene spiegate in questura e qui, dopo essere stati nuovamente perquisiti nella fantomatica quanto inutile ricerca di armi (da taglio, da fuoco, nucleari) e droga, ci vengono notificate quattro denunce per… “violazione di luogo privato”!? Al momento del rilascio, dulcis in fundo, ci viene sventolata sul muso, quasi ostentata, una circolare ministeriale nella quale tutte le questure d’Italia venivano messe in allarme ed esortate a mettere in atto qualsiasi azione volta a contrastare con ogni mezzo l’iniziativa TU MI TESSERI IO NON TI VOTO. A quel punto, come per magia, tutto ci è apparso con maggior chiarezza e ci siamo resi conto che quell’irruzione era già stata programmata da un attento lavoro d’intelligence che la nostrana questura aveva messo in atto. Capiamo l’importanza dell’intervento effettuato dagli sbirri stessi nei giorni seguenti, quando la cosa non trova spazio sui servili organi di stampa, sempre pronti a pubblicare anche la minima scoreggia possa uscire a forma di comunicato dalle parti di Viale Bovio: in fin dei conti, erano stati presi dei “presunti ladri”, eppure, neanche un trafiletto! Missione compiuta, insomma, ma l’operazione andava tenuta top secret, mantenendo un basso profilo, tipico di chi sa bene di calpestare ignobilmente l’espressione di un libero pensiero, alla faccia di diritti costituzionalmente garantiti, facendosi forte del fatto che violazioni di questo tipo, ormai, rappresentano una triste storia che si ripete quotidianamente nel silenzio “democratico” di pennivendoli addestrati. Ovviamente, la solerte questura cittadina, da sempre prepotente con i “deboli” e supina con i “potenti”, si è subito adeguata alla direttiva dall’alto e l’essere riusciti a prevenire l’esposizione dello striscione stesso, non escludiamo che possa valere anche una “medaglia” a qualcuno. Tornando alla circolare nazionale, oltre a confermare l’interesse di questi signori che è quello di spazzare via con decisione qualsiasi forma di legittimo dissenso per fare in modo che il circo vada avanti, addormentando definitivamente la coscienza collettiva in una “democrazia” sapientemente controllata, si è avuta l’ennesima dimostrazione di quanto, nonostante i tempi bui che viviamo, le sacrosante istanze portate avanti in giro per il paese da quel che resta della “parte sana” del movimento, costituisce ancora momento di massimo allarme nelle stanze del potere e contribuisce a creare panico nell’ordinato sistema “libero” che vogliono imporci a suon di arresti, denunce e diffide. Per questo e per tanto altro, non stancheremo mai di ripetere a questa gentaglia priva di dignità, che, nonostante la loro voglia di annientarci, noi combatteremo sempre per quello in cui crediamo e per cui viviamo: ORGOGLIOSI DI ESSERE ULTRAS!
Lunedi 4 Marzo 2013
Fonte: [contraccolpo.net]
Sezione: Dal mondo Ultras