Ieri sera, presso il Palagio di Parte Guelfa a Firenze, si è tenuto un incontro dal tema: “Trasferte Libere? – La passione ferita dei tifosi nel calcio di oggi”. Presenti al dibattito: il Vicesindaco di Firenze Dario Nardella, il Presidente del Calcio Storico Fiorentino Michele Pierguidi, l’AD della ACF Fiorentina Sandro Mencucci, l’avvocato Lorenzo Contucci, legale del Fòro di Roma (che ha seguito le problematiche relative al provvedimento Tessera del Tifoso) e, in rappresentanza della Questura di Firenze il Dott. Mauro D’Egidio (che coordina la sala GOS dello stadio Artemio Franchi di Firenze).
A parte il Dott. D’Egidio, il cui compito è quello di far osservare le vigenti norme (sarebbe stato alquanto grottesco se si fosse dichiarato avverso alla TDT, ma ha riconosciuto che il provvedimento è migliorabile), tutti gli altri partecipanti si sono detti contrari alla contestatissima tessera.
L’intervento più interessante è stato quello dell’avvocato Lorenzo Contucci, che ha illustrato i limiti oggettivi e le controversie della TDT. “A distanza di tre anni dall’entrata in vigore del provvedimento – ha dichiarato – si registra un’inversione di tendenza da parte delle società di calcio. L’entusiasmo con la quale la Tessera era stata accolta è andato via via scemando. Il paradosso – ha proseguito – è che trasferte e abbonamenti sono riservati unicamente ai possessori della Tessera del Tifoso, la quale non può essere sottoscritta da chi ha subito una condanna per reati da stadio e coloro che sono sottoposti a Daspo, ma, ad esempio, un condannato per reati gravi non connessi a manifestazioni sportive, non ha problemi per entrare in uno stadio”. “Poi c’è il voucher – ha continuato Contucci – esso ha le stesse caratteristiche della TDT, ma non viene considerato un titolo idoneo per andare in trasferta”.
Dal dibattito è emerso anche un punto che secondo noi è assolutamente il più grave e dovrebbe far riflettere. Con il trascorrere del tempo, pare che stia progressivamente entrando a regime il cosiddetto sistema “Questura online”, ossia quella funzione che consente di collegare il terminale di una rivendita con la questura, permettendo di verificare in tempo reale eventuali motivi di annullamento nell’emissione dei biglietti.
Con questa funzione non un pubblico ufficiale, non un giudice, ma un “semplice bigliettaio” (inserendo nome, cognome e data di nascita) può venire a conoscenza di dati sensibili su qualsiasi persona.
Facciamo un esempio sull’uso illegale che si potrebbe fare di questa “funzione” e che può andare ben oltre la violazione del tanto sbandierato (quando fa comodo) “diritto alla privacy”. Se io sono il signor X, datore di lavoro che riceve un curriculum dal signor Y e tra gli amici ho una persona che lavora presso una ricevitoria, potrei chiedere al conoscente di inserire i dati del signor Y per verificare se ha un Daspo pendente e magari, in caso di risposta affermativa da parte del sistema, potrei decidere di non offrire lavoro ad una persona che, visto il curriculum, avrebbe esperienza e titoli per svolgerlo.
L’escamotage che consente a chi non è un pubblico ufficiale di venire in possesso di dati sensibili, pare che sia legato a questioni che riguardano la sicurezza (lo stesso principio per il quale il tifoso è costretto ad esibire un documento d’identità ad uno steward – che NON è un pubblico ufficiale). Molti sono i dubbi, molte le contraddizioni. La cosa certa è che la Tessera del Tifoso è un gran pasticcio: preparato nel rispetto dell’italica arte culinaria…
Sabato 17 Novembre 2012
Fonte: [ilsitodifirenze.it]
Sezione: Dal mondo Ultras